ANCONA – Il giorno più buio degli ultimi sette anni per l’Ancona e la sua tifoseria si consuma oggi, 5 giugno. Il presidente Tony Tiong, scomparso dai radar ormai da giorni, lascia dietro di sé uno tsunami sportivo ed emotivo, con risvolti pesanti anche per le casse del Comune: la società non ha saldato gli stipendi di marzo e aprile scorsi, come sembrava invece ieri sera, e di fatto è priva di un requisito economico-finanziario indispensabile per passare l’esame della Covisoc che il prossimo 10 giugno verificherà tutta la documentazione delle società iscritte e il 12 farà calare la sua scure su quelle che non saranno in regola. La resa incondizionata dell’Ancona è avvenuta oggi, appunto, dopo che la lunga giornata di ieri, dopo l’inatteso passo indietro di mister Tiong delle ore 15.30, aveva portato in serata a in extremis al versamento nelle casse della società di circa 450mila euro, tramite due bonifici, quelli del presidente onorario Mauro Canil e di un imprenditore del nord che faceva fronte al pagamento per poter entrare poi in possesso dell’Ancona a zero euro. Ma in serie C, chiaramente.
L’Ancona aveva già pronti i bonifici per tutti i tesserati, ma stamattina l’amara sorpresa: nessuna forzatura bancaria, infatti, ha potuto permettere all’Ancona di procedere al pagamento in data 4 giugno, come richiesto dalle norme federali, nonostante l’input di bonifico alla banca sia stato dato attorno alle 23.30 dello stesso 4 giugno, cioè ieri. I bonifici sarebbero partiti tutti con data oggi, 5 giugno, dunque oltre quella necessaria per assicurarsi un requisito finanziario indispensabile per il prossimo campionato, ma anche per assicurare al nuovo investitore la possibilità di diventare proprietario dell’Ancona in serie C. Niente serie C, niente nuovo proprietario, niente bonifici ai tesserati, niente centro sportivo: è la resa dell’Ancona, il giorno più buio dopo quello dell’ultimo fallimento datato 2017.
I giocatori e il mister riceveranno gli stipendi tramite la fideiussione dello scorso anno, quella di quest’anno sarà recuperata dalla società costretta alla resa dopo il tradimento del voltagabbana Tiong, il suo passo indietro nato da miraggi calcistici di serie A e da investimenti in altre piazze più consone ai suoi sogni di grandezza. Con il mancato pagamento dell’ultima tranche di stipendi, mister Tiong getta nel gabinetto la “sua” creatura, azzerandone ogni possibile valore, e tira lo sciacquone voltando le spalle alla città, al sindaco Silvetti, rinnegando le sue promesse e i suoi “absolutely” di essere ad Ancona entro la fine di giugno per perfezionare l’acquisto del terreno destinato a centro sportivo. Con pesanti conseguenze di bilancio per la città. Il boccone è amarissimo da ingerire, per la città, per la tifoseria ferita nell’orgoglio, tra le prime della serie C per numeri in trasferta, ricacciata contro ogni logica nel purgatorio del calcio dilettanti. Il futuro è tutto da scrivere: dopo la salvezza conquistata sul campo lo scorso 28 aprile, oggi l’Ancona conosce il sapore di una nuova, assurda pagina sportiva.