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Campetto Basket Ancona, Potì: «Siamo contenti ma non vogliamo accontentarci»

Il giocatore biancoverde fotografa il momento dei suoi dopo l'esaltante vittoria con Fabriano e invita l'ambiente a rimanere concentrato in vista dei prossimi impegni in calendario

Alessandro Potì
Alessandro Potì, Campetto Basket Ancona

ANCONA- La vittoria interna con la Janus Fabriano (76-72) ha lanciato la Luciana Mosconi Campetto Basket Ancona in vetta al mini-girone di Serie B che vede presenti le formazioni marchigiane e non solo. A raccontare il momento in casa biancoverde è Alessandro Potì che, nella sua analisi di metà settimana, ha inquadrato anche la prossima trasferta sul campo del Giulianova (domenica alle 17.00):

«Adesso dobbiamo dare ancora più continuità al nostro percorso. Fermarci vanificherebbe quello fatto finora. Sappiamo che sono tutte partite insidiose e lo abbiamo visto e ormai capito. Domenica ad esempio andiamo a Giulianova che anche all’andata ci mise in difficoltà e oltretutto rispetto allora si è rinforzata. La classifica non è ancora delineata e molto corta.  Essere in cima adesso ha il giusto peso. Siamo ovviamente contenti del momento attuale ma non possiamo certo accontentarci».

Sulla vittoria con Fabriano non servono tanti aggettivi: «È bello vedere che siamo pronti per giocare certe partite contro squadre così ben attrezzate come lo è Fabriano. Bello e anche divertente e credo che si sia anche visto da fuori. Abbiamo giocato un ottimo primo tempo, ma anche nella ripresa siamo stati bravi a reggere bene visto che era facile immaginare che i nostri avversari avrebbero provato il tutto per tutto per rientrare».

La chiusura è dedicata alle condizioni fisiche che non gli stanno comunque impedendo di dare il suo prezioso contributo alla causa: «Non mi sento ancora al 100% e sto puntando a superare questi fastidi. Ho la consapevolezza di essere in grado di dare di più e in questo momento cerco di dare il possibile per la squadra.  Ci sono tante cose che potrebbero venirmi in maniera naturale e invece noto che le faccio con un po’ più di fatica. Ad esempio sono abituato a saltare con la gamba destra che è proprio quella dove avverto fastidio. Quindi subisco maggiormente i contatti e salto magari un po’ di meno spingendo in maniera minore. Aspetti che possono sembrare impercettibili visti da fuori ma per chi li vive in prima persona sono evidenti».