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“Sport in Carcere”, numeri in crescita ma qualche ombra sul futuro

Ad Ancona illustrati i dati del progetto nato nel 2012 che in sette anni ha coinvolto sei istituti penitenziari delle Marche introducendo diverse discipline, dal calcio agli scacchi, dalla danza al rugby. Tra i presenti, il governatore Luca Ceriscioli e il presidente del Coni Marche Fabio Luna

Da sinistra, Giulio Lucidi, Luca Ceriscioli e Fabio Luna in Regione per presentare i numeri del progetto "Sport in carcere"

ANCONA- Lo sport a trecentosessanta gradi. Lo sport in tutte le sue manifestazioni e i suoi contesti. Lo sport a favore del sociale. Si rafforza così il progetto sperimentale “Sport in carcere” perseguito con grande impegno da parte della Regione e dal Coni che negli anni ha fatto registrare riscontri e numeri importanti.

QUALCHE NUMERO – L’iniziativa nata nel 2012, con il progetto pilota “TuttInforma” prevedeva lo svolgimento di attività motoria e sportiva solo all’interno del carcere di Montacuto ad Ancona, è poi cresciuta nel numero degli istituti penitenziari convolti e nelle discipline presentate. Dal 2013 hanno aderito al progetto le carceri di Montacuto e Barcaglione, la sezione femminile della casa circondariale di Pesaro, la casa di reclusione di Fossombrone, la casa circondariale di Ascoli Piceno e quella di reclusione di Fermo.

Lo scorso anno poi l’iniziativa ha cambiato nome diventando “Sport in carcere”, le attività sportive svolte sono state cinque: allenamento funzionale, calcio, danza sportiva, rugby e scacchi. La disciplina degli scacchi è stata introdotta nel progetto per la prima volta proprio nel 2018 nel carcere di Pesaro, grazie all’associazione “Scacchi Pesaro”.
I tecnici e allenatori che hanno fatto il loro ingresso nelle carceri nell’ultimo anno sono stati 11 per un totale di 300 ore di attività. I detenuti partecipanti sempre nel 2018, sono stati circa 400, impegnati sia nelle attività di squadra sia in quelle individuali.

Questa mattina, martedì 9 aprile, nelle sede regionale, è stato riepilogato quanto prodotto gettando anche uno sguardo al futuro. Presenti le istituzioni e i rappresentanti di diverse federazioni che, da tempo, operano all’interno degli istituti penitenziari. Ad aprire la conferenza il presidente del Coni Marche Fabio Luna.

«Ringrazio la Regione per averci dato la possibilità di presentare questo progetto e portare all’esterno l’aspetto sociale della nostra opera – spiega Luna – . Questo inorgoglisce tutto il Comitato perchè da sempre consideriamo lo sport come un diritto di tutti e vogliamo lavorare per dare a chiunque la possibilità di praticarlo. Quanto fatto negli istituti penitenziari nasce da un protocollo d’Intesa tra il Coni e il Ministero di Grazia e Giustizia e, fin dalle prime attività, la Regione ha sempre contribuito in maniera determinante. In questo momento di piena riforma questo progetto, da sempre finanziato dal Coni, ha subito uno stop e siamo in attesa di capire i prossimi sviluppi sperando di poter proseguire sulla strada intrapresa perchè era stata ricca di soddisfazioni. L’ottimismo è dato dal fatto che le singole federazioni si sono rese disponibili a proseguire anche autonomamente e questa è una cosa che ci rende molto soddisfatti».

Sulla stessa linea Giulio Lucidi, nell’organigramma del Coni con delega per i progetti sul sociale: «L’attività sportiva nelle case circondariali è ormai insita nel dna delle nostre istituzioni. Il segreto per la riuscita è stato saper lavorare tutti ad un unico progetto. Tecnici qualificati, nuove discipline come rugby e scacchi sono tutti elementi che ha impreziosito questa opera. E voglio citare anche la collaborazione con diverse squadre professionistiche come Ascoli e Sambenedettese».

Presenti alla conferenza anche i singoli rappresentanti delle federazioni. Da Ivo Panichi (FIGC Marche) a Maurizio Longhi (FIR Marche) passando per Alice Cingolani (responsabile dell’attività di educazione fisica), Lorenzo Antonelli (Federazione Scacchi), Renato Camilli e Fiorenzo Filippini (rispettivamente presidente e tecnico della Federazione Danza Sportiva).

La chiusura è stata affidata al padrone di casa Luca Ceriscioli, presidente della Regione: «Ci piace rimarcare lo sport all’interno degli istituti penitenziari a conferma che l’attività sportiva deve essere promossa in tutte le sue latitudini. Il carcere deve essere un occasione per migliorare ed essere restituiti alla società meglio di come si è entrati. Lo sport in questo senso è fondamentale. Speriamo che si possa risolvere questa situazione nei confronti del Coni. Solitamente il cambiamento va cercato dove le cose non funzionano e quanto sta accadendo mi sembra violare il principio di sussidiarietà. Sarebbe un peccato perchè noi continueremo ad esserci ma speriamo di avere ancora il Coni Marche dall’altra parte».