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Coach Rapanotti: «Thunder Halley, è stata comunque una bella annata»

Serie B femminile: il tecnico della squadra di Matelica-Fabriano ripercorre le tappe di un campionato concluso anzitempo per l'emergenza Codiv-19: «La speranza è di tornare a gioire e ad abbracciarci all’interno dei palasport, quanto prima»

La Thunder Halley Matelica Fabriano mentre festeggiava una vittoria di questa stagione

FABRIANO – «Abbiamo svolto l’ultimo allenamento il 4 marzo, dandoci appuntamento a due giorni dopo, invece la stagione è finita in quel momento: dispiace non aver potuto neanche salutare direttamente le ragazze». A parlare è Christian Rapanotti, il coach della Thunder Halley Matelica Fabriano, squadra militante nel campionato di serie B femminile di basket. Del resto è stato chiaro fin da subito, ancor prima della comunicazione della Federazione, che questo girone non avrebbe più ripreso a giocare, essendo composto principalmente da squadre emiliane e romagnole (luoghi fortemente colpiti dall’epidemia di Coronavirus), oltre che dalle quattro marchigiane. 

Coach Rapanotti, il campionato di B femminile si è concluso quando eravate arrivati a due/terzi della stagione, possiamo fare comunque un resoconto?
«Certamente. Avevamo appena terminato la “regular season” con un bilancio di 8 vittorie e 8 sconfitte, al quinto posto. Solo per un punto di differenza canestri non siamo arrivati quarti. Ci stavamo preparando per i play-out salvezza, un obiettivo che avremmo centrato agilmente visto che ci portavamo dietro molti punti dalla fase regolare. Direi che, finché si è giocato, la nostra stagione può essere divisa e valutata in due parti».

La prima?
«La prima dal 26 agosto, inizio della preparazione, fino a fine novembre. Ci siamo dovuti confrontare con un nuovo girone con le squadre emiliane e romagnole, sicuramente molto più impegnativo dell’anno prima perché di livello tecnico maggiore. Per me si trattava della prima esperienza su una panchina femminile. Insieme al vice Paolo Marcellini, abbiamo cercato di portare concetti nuovi. L’organico è rimasto sostanzialmente uguale all’anno precedente, con la sola aggiunta di Elisabetta Paffi e il ritorno di Giorgia Ricciutelli. In questo periodo abbiamo preso parecchie sberle in trasferta, mentre in casa stringendo i denti abbiamo portato a casa vittorie importanti, facendo valere il fattore campo, che a Matelica si sente. In questo periodo la squadra è progressivamente migliorata».

E la seconda parte a cui facevi riferimento?
«Beh, dal momento in cui è arrivata Debora Gonzales, a inizio dicembre. Lei è una “star” per la serie B, con questo campionato non c’entra nulla. Si è messa a disposizione con grande umiltà, quasi non fosse il capitano della Nazionale dell’Argentina. Le ragazze hanno tratto beneficio dal suo contributo. E anche io. Debora si è subito integrata bene in un ambiente che è super, sa accogliere e integrare chiunque con il sorriso. Ebbene, con il suo arrivo abbiamo fatto un ulteriore passo avanti. Dopo la sconfitta di misura a Forlì, che ancora mi brucia, abbiamo inanellato quattro vittorie di fila che ci hanno proiettato a ridosso della zona play-off. Il successo con il Borgo San Lazzaro di Bologna è stato forse il momento in cui abbiamo giocato meglio di squadra, avendo trovato perfettamente gli equilibri e la ripartizione dei punteggi. Poi una serie di infortuni, compreso quello alla Gonzales, ci hanno costretto ad abbandonare gradualmente il sogno play-off, non prima però di aver giocato due splendide partite, pur senza di lei, con la capolista Ancona e battendo in casa Forlì. Qui, abbiamo mostrato i grandi miglioramenti compiuti a livello tattico e di mentalità. Un particolare di cui vado fiero».

Hai qualche rimpianto?
«Non aver avuto mai la squadra al completo. Infatti, in vista della terza fase che poi non abbiamo neanche iniziato, la società aveva ingaggiato anche un pivot, l’argentina Sofi Aispurùa, pure lei Nazionale albiceleste. Penso che ci saremmo divertiti. Ma è andata così, purtroppo questa emergenza Coronavirus si è rivelata davvero difficile, molto più di quanto potessimo immaginare a inizio marzo. Si è andati, quindi, verso la logica decisione di concludere i campionati».

Che cosa ti lascia questa esperienza?
«Come dicevo, si è trattato della mia prima volta al timone di una squadra femminile e non posso che essere soddisfatto. Faccio un plauso alla società Thunder Halley, una famiglia che lavora bene, professionale, attenta a ogni dettaglio. E brave le ragazze, sempre pronte a recepire ogni cambiamento tecnico e tattico, un gruppo molto allenabile che è cresciuto tanto nel corso della stagione. Tutte persone vere, sono orgoglioso di loro».

Vogliamo concludere con uno sguardo al futuro?
«La speranza è di tornare a gioire e ad abbracciarci all’interno dei palazzetti, tornare alla nostra quotidianità e a vivere lo sport come importante veicolo di socializzazione».

Coach Christian Rapanotti durante un time out della Thunder Halley