JESI -Dopo l’assessore allo Sport Ugo Coltorti nel ruolo di “paciere”, dopo la Jesina (leggi l’articolo) anche la Uisp ora dice la sua. Al centro del contendere tra le due società l’uso degli impianti sportivi cittadini, Cardinaletti e Mosconi, gestiti dalla Uisp e utilizzati fino alla scorsa settimana dalla società di calcio per gli allenamenti del vivaio leoncello. Affidata ad una nota stampa arriva la replica dell’Unione Italiana Sport per Tutti. Che punta il dito anche sui mancati pagamenti e dice: «La Jesina Calcio utilizza gli impianti sportivi comunali dall’inizio dell’anno sportivo corrente, cioè luglio 2018. Il conteggio di oltre 6 mila euro è stato inviato i primi giorni di novembre, e riguarda sia l’attività giovanile che gli allenamenti della prima squadra: abbiamo più volte sollecitato il pagamento sia verbalmente che per sms che per e-mail, ad oggi non risulta pagato, da qui la chiusura degli impianti sportivi, così come indica il Regolamento Comunale per l’utilizzo degli impianti». E prosegue: «Il pagamento fatto a settembre dalla Jesina Calcio si riferisce ad utilizzo impianti sportivi dell’anno sportivo vecchio 2017-2018, dopo diversi solleciti e avvertimenti di chiusura impianti». Inoltre, la Uisp ribadisce di aver partecipato all’incontro promosso dall’amministrazione per trovare una soluzione ma «la Jesina Calcio non si è presentata», aggiunge l’ente.
Per ciò che riguarda le problematiche derivanti dallo stato dell’impianto Cardinaletti, lamentate dalla Jesina Calcio, queste «si risolvono con interventi di manutenzione straordinaria che non dipendono dalla nostra volontà», ribadisce la Uisp.
«Non è vero che la Uisp pensa solo al lato economico, proprio perché siamo sensibili all’attività giovanile e per non creare disagi alle famiglie dei ragazzini abbiamo chiesto e richiesto più volte una soluzione ed abbiamo ritardato la decisione di chiusura degli impianti fino al limite sopportabile, ma personale e utenze (acqua, luce e gas) non aspettano. Crediamo che le regole valgano per tutti e per tutte le società sportive, nessuna esclusa, e chi si occupa di sport, attività giovanile ed educazione e socialità, dovrebbe ben saperlo», conclude.