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“Le Marche per lo sport femminile”, primo convegno online contro le discriminazioni

Tra i partecipanti, Antonella Bellutti (campionessa olimpica), Marina Caironi (campionessa paralimpica), Luisa Rizzitelli (Associazione nazionale atlete), Federica Seneghini del Corriere della Sera

ANCONA- Le Marche per lo sport femminile“. Questo il titolo del convegno online che si tiene domenica 13 settembre a partire dalle 10.30 con il patrocinio della Regione. «Per la prima volta nelle Marche si parlerà di sport femminile – ha spiegato l’assessora regionale Manuela Bora alle Pari Opportunità – Un progetto che, da tempo, avevo a cuore e su cui è ora di aprire un confronto. Da anni, le donne dello sport sono in corsa verso l’uguaglianza cercando di rompere quel muro di convenzioni basate su un maschilismo imperante: dobbiamo voltare pagina e dire basta alle discriminazioni». Con lei ci saranno Antonella Bellutti (campionessa olimpica), Marina Caironi (campionessa paralimpica), Luisa Rizzitelli (Assist-Associazione nazionale atlete) e Federica Seneghini del Corriere della Sera. La volontà è quella di puntare ancor di più i riflettori su quella che ormai può essere considerata strettissima attualità.

«In questi anni del mio mandato di assessora alle Pari Opportunità, abbiamo messo a sistema una rete di servizi e azioni contro la violenza di genere e triplicato le risorse. Per il futuro, dobbiamo impegnarci ancora di più. Un giocatore di basket di A1 in Italia, come quasi in tutto il resto del mondo è un professionista, una giocatrice della stessa serie, invece, è una dilettante. In Italia è così in ogni disciplina sportiva come stabilisce la legge 91 del 1981. Anche le campionesse olimpioniche che partecipano all’evento sono in questa condizione e sono state pagate per la loro attività sportiva con rimborsi spese. In tutte le discipline, inoltre, alle donne sono negate le tutele elementari, da quelle per la maternità ai contributi previdenziali. Chi rimane incinta è costretta a lasciare».

La chiusura sulla legge dello sport approvata in Senato, in particolar modo l’articolo 5: «L’art.5 parla di parità di trattamento e di non discriminazioni nel lavoro sportivo. L’articolo 8 poi stabilisce che le associazioni sportive devono prevenire molestie e violenze di genere: è una rivoluzione ma non possiamo abbassare la guardia».