VALLEFOGLIA – La promozione in serie A1 della Megabox Vallefoglia ha la firma di tanti protagonisti e tra questi quella del coach Fabio Bonafede. Arrivato nell’estate del 2019 con la squadra in B1, l’obiettivo era la promozione ma il Covid fermò la stagione e, in estate, la società decise per l’acquisto del titolo di A2. Vittoria del Girone Est dopo aver perso Saccomanni ed acquisito Dapic che però, in quanto straniera, ha inciso poco in partita ma preziosa in allenamento, perché Kramer è sempre stata un punto di riferimento. Nella Pool Promozione il Covid ha costretto a rallentare la corsa, costringendo a rinunciare alla Coppa Italia poi i playoff con l’ultimo atto contro Pinerolo e il trionfo di sabato scorso.
Coach Bonafede, a distanza di due giorni dal successo e a mente fredda che sensazioni restano di questa stagione?
«Avevo già fatto un bilancio della stagione (con me stesso) e molto meditato dopo la partita a Pinerolo, ed esattamente nelle sette ore di autobus. Quindi adesso niente di diverso da ciò che avevo già fatto. Perché farlo a finale in corso? Beh, perché delle partite singole non potevano influenzare il giudizio su un lavoro di una stagione peraltro difficilissima».
La Megabox non era partita da favorita nei playoff, le piemontesi ad esempio sembravano più accreditate: perché invece Vallefoglia ha vinto?
«Vallefoglia ha vinto perché ha fatto un percorso di crescita costante in tutta la stagione. Non solo tecnico ma caratteriale. Ogni sconfitta è stata usata per imparare e non solo come un passo falso. La squadra ha fatto sua una mentalità costruita giorno per giorno, colloquio dopo colloquio e quindi ai play-off era pronta ad affrontare il meglio ma anche il peggio di ciò che sarebbe arrivato. Questo è una forza notevole».
Siete partiti a fari spenti o almeno senza proclami: era pre-tattica o davvero la promozione non era tra gli obiettivi di quest’anno?
«Il titolo di A2 comprato a fine maggio, la squadra costruita in giugno con tutte le altre squadre già fatte, una società nuova della categoria: in genere, se sei fortunato, ti salvi con un campionato dignitoso… Ma forse la gente non capisce sino in fondo la portata di ciò che è successo».
Sotto l’aspetto personale torna ad allenare in A1 dopo qualche stagione. Come è diverso questo Fabio Bonafede rispetto a quello di Bolzano e che obiettivi si porrà?
«Sono sicuramente più vecchio e con qualche capello bianco in più… Ma è un’affermazione che vale in tutti i sensi… Poi le condizioni sono diverse. Bolzano già prima di cominciare la A1 aveva delle difficoltà economiche che hanno influenzato le scelte di mercato. Vallefoglia è una società sana con una unità di intenti notevole».