ANCONA – Era nell’aria ma adesso è ufficiale: “le Olimpiadi di Tokyo sono rinviate al 2021“. La pandemia da Coronavirus ha convinto anche il governo del Giappone e, dopo una conference call tra il primo ministro Shinzo Abe e il presidente del Comitato olimpico internazionale Thomas Bach, è arrivato il verdetto.
«I Giochi non si terranno in estate ma nel 2021» è la sintesi di quanto deciso. L’edizione si chiamerà comunque Tokyo 2020, per non perdere l’investimento sul merchandising e il marchio.
A livello regionale il presidente del Coni Marche Fabio Luna plaude alla decisione. «Era nell’aria e ritengo che il rispetto per la salute degli atleti abbia giustamente prevalso» – dice. La presa di posizione di alcuni paesi come Canada, Australia e Germania di non voler mandare gli atleti in caso di disputa nell’estate 2020 hanno anticipato la decisione che di fatto era l’unica possibile .
Per Luna «la decisione era forse scontata visto l’evolversi di una emergenza sanitaria di portata mondiale che sta impedendo agli atleti di quasi tutti i paesi di prepararsi per un appuntamento tanto importante». «Dover svolgere dei Giochi tra paure e preoccupazioni o addirittura dovendo assistere al forfait di alcuni atleti avrebbe fatto perdere il senso stesso dell’Olimpiade – insiste il presidente del Coni Marche – e dunque sono convinto che sia la decisione migliore».
Le Marche sportive puntavano su Elisa Di Francisca, sulle ragazze della ginnastica, su Tamberi, Speciale e Barontini in lizza per staccare il pass a 5 cerchi ma anche su alcuni tecnici come Davide Mazzanti CT della nazionale di pallavolo femminile, la Trillini, la Cantaluppi.
Con un anno in più di lavoro anche sotto l’aspetto anagrafico, qualcosa potrebbe cambiare.
Lo spostamento delle Olimpiadi inoltre farà slittare i calendari di molti campionati mondiali già previsti con aggravio dei costi e probabilmente di penali con gli sponsor. Senza contare poi i voli già prenotati dai vari Comitati Nazionali, gli alberghi, gli accordi con sponsor e fornitori tutti da ridiscutere o quasi. Si parla di un enorme flusso di denaro. E poi c’è tutta la partita legata ai media, ai palinsesti da riempire per il forfait delle Olimpiadi che avevano condizionato tutta la programmazione ed ai contratti pubblicitari.
C’è un anno di tempo per provare a sistemare tutto: basterà?