CIVITANOVA – Conquistare il titolo di vicecampione del mondo come tecnico della Nazionale Italiana Sordi non è da tutti ma la pallavolo italiana continua ad essere protagonista a tutte le latitudini e in tutte le condizioni. Nel weekend che ha consegnato il titolo europeo under 22 femminile, c’è un altro risultato da esaltare e riguarda un coach marchigiano come Matteo Zamponi, CT della selezione sordi che ha vinto nei giorni scorsi l’argento iridato ai mondiali di categoria in Giappone.
Dal 19 al 30 giugno, infatti, a Okinawa, l’Italia di Zamponi ha lottato con onore per centrare l’ennesimo podio dopo il bronzo ai Mondiali di Chianciano (medaglia che mancava da oltre 20 anni), il bronzo alle Olimpiadi in Brasile e, la scorsa estate, il bronzo all’Europeo in Turchia. Ora un altro step da applausi. Dopo aver superato il girone al secondo posto con le vittorie su India e Stati Uniti e lo stop indolore con la Turchia, l’Italia ha firmato il proprio exploit in Semifinale beffando al tie break l’Ucraina vicecampione olimpica e d’Europa per poi ritrovarsi nella Finalissima di nuovo al cospetto del collettivo turco. Una resa dei conti che ha ribadito i valori già visti nella precedente sfida della Pool, ma che è valsa un importantissimo secondo posto. La Nazionale di Zamponi ora punta alle Summer Deaflympics di Tokyo 2025.
Raggiante il tecnico Zamponi che, oltre a lavorare per l’Academy Volley Lube ed essere CT della Nazionale Sordi, ha allenato nelle passate stagione in serie B maschile a Volley Potentino.
«La soddisfazione più grande per me, al di là del risultato, è la crescita tecnica progressiva portata avanti in questi quattro anni da un gruppo con cui affronto una sfida. A Okinawa il capolavoro da ricordare è il successo sull’Ucraina grazie a una gara tatticamente perfetta dopo aver ceduto malamente il primo set e, soprattutto, dopo aver perso per infortunio il palleggiatore titolare proprio nel primo parziale. Posso dire che ci siamo sbloccati, finalmente, perché prima d’ora avevamo sempre perso le Semifinali contro i rivali ucraini. Con la Turchia, invece, non potevamo fare di più. Si tratta di un gruppo che per ora è a un altro livello rispetto a noi, ma lavoriamo per colmare gradualmente il gap».