ANCONA – Fermare fino a fine mese era stata la richiesta di gran parte dei presidenti delle quasi 300 società di serie B maschili e femminili. Anche dalle Marche si era levato lo stesso coro comune a tutte le franchigie italiane. Al presidente della Nova Volley Loreto Franco Massaccesi tra i primissimi a proporre il tema che si era confrontato anche con i vertici nazionali, si sono accodati in molti a partire dal presidente dell’Accademia Volley Ancona Lanari e molti altri.
La decisione è finalmente arrivata anche perché nello scorso weekend le 16 squadre marchigiane tra B maschile, B1 e B2 Femminile non avevano giocato e anche il prossimo weekend rischiava di avere lo stesso destino. Di qui la decisione di stoppare le partite ma non gli allenamenti ovviamente, lasciando così la facoltà di stare in palestra a chi può e di farsi trovare pronto alla ripartenza. Alla ripartenza, oltre al normale calendario, ci saranno quindi tre partite da schedulare nuovamente.
Tutti contenti? Ovviamente no perché il nuovo protocollo di fruizione degli impianti e per scendere in campo ha punti discutibili che lasciano il movimento in subbuglio e non senza ragione.
Tra le nuove regole per i contatti stretti dei soggetti positivi, ad esempio, è previsto l’obbligo di eseguire tamponi per 5 giorni consecutivi e di utilizzare mascherine Ffp2 anche in campo per chi non svolge attività.
Per il presidente della Fipav Giuseppe Manfredi: «è scongiurato il rischio di fermare i campionati di serie A, però il nostro mondo non è composto solo dalle società di vertice. In merito alla ripresa dell’attività di base voglio esprimere tutte le mie preoccupazioni, che sono poi quelle condivise da tutto il movimento della pallavolo. Le migliaia di società che disputano i campionati di serie B, di categoria e quelli giovanili non possono contare, ovviamente, sui mezzi e le risorse delle squadre che militano nei massimi campionati». Il problema è ancora una volta quello dei fondi e quello che regole troppo severe o di difficile applicazione scoraggino le famiglie a rimandare in palestra i più piccoli oltre a demotivare i più grandi e gli stessi dirigenti.
«Se verranno approvate le regole previste nel protocollo (dover effettuare cinque tamponi in cinque giorni per tutto il gruppo squadra, uno 4 ore prima della gara, e l’uso obbligatorio della mascherina in campo) tutta l’attività di base della pallavolo verrà fortemente penalizzata – insiste il presidente federale. La Fipav, sin dall’inizio della pandemia, è sempre stata molto attenta a garantire le massime condizioni di sicurezza a tutte le componenti che fanno parte del mondo del volley, battendosi per salvaguardare l’attività delle migliaia di società affiliate, che rappresentano il cuore del movimento pallavolistico italiano».
«Non si può lasciare indietro chi si adopera per portare avanti l’attività di base. Anche in questo momento molto complicato la Fipav garantirà il massimo impegno per permettere a tutte le sue società di continuare a svolgere l’attività in sicurezza, tutelando sempre la salute degli atleti, dei tecnici e dei dirigenti, ai quali voglio esprimere grande gratitudine. Speriamo che le autorità governative e la sottosegretaria Valentina Vezzali trovino la soluzione migliore anche per l’attività di base», ha concluso Manfredi.
Il movimento aspetta ma all’orizzonte ci sono molte nubi per il presente e per il futuro.