KATOWICE – Alzi la mano chi avrebbe scommesso sull’Italia nuova nazionale Campione del Mondo. Alla vigilia di questo torneo le favorite erano decisamente altre, dalla Francia Oro Olimpico, alla Polonia che era sul tetto del mondo già dall’edizione 2014 e sognava il tris, alla Slovenia all’ultima occasione di un ciclo molto positivo, al solito Brasile. Gli azzurri di Fefè De Giorgi erano la classica outsider: una squadra di bravi giovani senza particolare esperienza internazionale e quindi considerabile di prospettiva ma non ancora pronta a conquistare lo scettro.
Il capolavoro di De Giorgi e dei suoi ragazzi è stato proprio lì, nel non sentire la pressione, nel viaggiare a fare spenti. Nel girone eliminatorio avrebbero potuto fare qualche calcolo e sarebbe bastato perdere un set per evitare ai quarti l’Oro Olimpico di Tokyo rappresentato dalla Francia di coach Andrea Giani che in VNL aveva strapazzato Giannelli e compagni. Invece, nessun regalo, nessun calcolo. Cuba sconfitta agli ottavi e pronti a dare battaglia contro la Francia. Successo al tiebreak e francesi a casa increduli a leccarsi le ferite. In semifinale non poteva fare davvero paura la Slovenia già battuta alla finale dell’Europeo un anno fa, quando gli azzurri erano anche più acerbi, in pieno scetticismo cosmico per questo nuovo corso azzurro con De Giorgi che fa spazio a giovani semisconosciuti. Prima del Mondiale ha anche preferito lasciare a casa Ivan Zaytzev.
La finale, davanti ai 13 mila tifosi polacchi pronti a spingere i propri favoritissimi beniamini, poteva far tremare le gambe a tanti, anche se su quello stesso campo l’Italia aveva vinto il titolo europeo un anno fa.
Il primo set, quasi regalato dagli azzurri dopo essere stati avanti 21-18 e subendo un parziale di 7-1, sembrava indirizzare la partita. Invece, come ha detto il fenomenale libero dell’Italia e della Cucine Lube Fabio Balaso nel dopogara, «non abbiamo mai perso la calma». La squadra ha ricominciato a tessere la sua tela giocando una pallavolo attenta e precisa in ogni fondamentale, sbagliando poco e difendendo tutto il possibile.
La Polonia, un po’ come Ivan Drago in Rocky IV, ha visto vacillare le sue certezze e quando anche lo sportivissimo pubblico di Katowice ha cominciato ad abbassare i decibel del tifo era chiaro che si stava profilando l’impresa.
L’Italia si è messo al collo l’oro che mancava dal 1998, facendo meglio del 2010 quando perse in finale e consacrando al firmamento del volley l’astro di Simone Giannelli, regista sublime ormai maturo e consapevole al punto giusto. Balaso, oggi miglior libero, ma anche Micheletto, un super Lavia, la sorpresa Romanò pescato l’anno scorso in A2 dal CT Fefè De Giorgi, uno splendido Anzani, Galassi, Russo e tutti gli altri fantastici ragazzi del roster, compreso l’osimano Leandro Mosca che non è sceso in campo ma che riporta l’oro nelle Marche che mancava dai tempi di Samuele Papi.
Se sia nata un’altra generazione di fenomeni come quella degli anni ’90 è presto per dirlo. Di certo col titolo di Campioni d’Europa e del Mondo in carica nessuno potrà più sottovalutare questa nazionale di bravi ragazzi.
Dal 23 settembre scatta il Mondiale Femminile: sognare una incredibile doppietta come all’Europeo l’anno scorso non costa nulla.