VALLEFOGLIA – Con l’adeguamento alle norme federali per ospitare le partite della A1 del palas di Vallefoglia ancora lungi dall’essere completato e l’ipotesi di continuare a giocare a Urbino che non convince a pieno, l’ambizione della società biancoverde, massima espressione della pallavolo femminile marchigiana, potrebbe essere quella di riportare il grande volley a Pesaro.
Dopo gli anni gloriosi della Scavolini e quelli recenti della Snoopy, la Megabox ha fatto più di un sondaggio per consentire a coach Pistola e alle sue ragazze di giocare le partite interne al PalaFiera ma gli ostacoli sono molti considerando la presenza della Vuelle e del calcio a 5.
La prima scelta della società biancoverde è sempre stata quella di mantenere la propria creatura dove è nata, cioè al PalaDionigi di Vallefoglia, ma gli impedimenti non sono stati superati e l’impianto non ha l’altezza necessaria per essere omologato per le partite di massima serie.
I lavori per alzare la copertura dell’impianto cittadini sono lunghi e dispendiosi con un aggravio dei costi di realizzazione, rispetto alla progettazione, già stimati superiori al milione di euro. Per altro, con i lavori in corso addio allenamenti e la squadra si troverebbe anche senza campo a disposizione per affrontare la stagione. Si lavora quindi all’approdo nel capoluogo al PalaFiera per le partite e la rifinitura obbligatoria da garantire anche agli avversari oltre che almeno un allenamento settimanale. L’alternativa è il PalaCampanara dove giocava la Snoopy e dove c’è altrettanto affollamento tra calcio a 5, basket e serie B di volley. Sulla Vitrifrigo Arena, costi a parte, è difficile contare considerando i molti eventi nazionali non solo sportivi frequentemente ospitati.
C’è ancora un po’ di tempo per decidere e per trovare soluzioni sostenibili sia sotto l’aspetto sportivo che economico, perché le iscrizioni alla serie A1 con indicazione del campo di gara scade i primi giorni di luglio ma la matassa è oltremodo intricata e peregrinare nella provincia non contribuisce di certo ad aumentare l’affezione né degli sponsor né del pubblico: il caso Lardini Filottrano di qualche anno fa lo dimostra.