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Pallavolo, vicini al Game Over: Lega Volley alla rottura ma la speranza di ripartire è poca

Sempre più vicina la chiusura antcipata la stagione nonostante le società attendano chiarimenti dal Governo e Coni. Nessuna tutela per gli addetti ai lavori

Difficile riuscire a rivedere la Lardini in campo

JESI – Mentre la Fipav ha stabilito di annullare lo svolgimento delle Finali Nazionali Giovanili CRAI e del Trofeo delle Regioni Kinderiadi, indoor e beach volley, ed anche per la serie B il game over sembra sempre più vicino, la serie A tiene accesa la luce sulla stagione.

La cronaca racconta che il consorzio delle società di serie A femminile si sia diviso rispetto alle soluzioni. Il board che guida la Lega Volley Femminile guidato dal presidente Mauro Fabris non vuole fughe in avanti ed attende le direttive del Governo e del Coni sostenuto da società di peso come Conegliano, Monza e Bergamo anche per tutelarsi rispetto ai contratti con gli sponsor.

Le altre società di A1, 11 su 14, hanno presentato una mozione per chiedere la chiusura della stagione, poi ritirata, che aveva creato una spaccatura e le probabili dimissioni di governa il volley femminile.

Anche la Lardini era tra le 11 società convinte che non ci fosse più margine per ripartire.

L’ulteriore stretta voluta dal Governo e annunciata ieri sera dal premier Conte sembra confermare che per quest’anno la palla sia destinata a fermarsi e non solo nel volley.

Aldilà degli aspetti istituzionali e di facciata, il contendere riguarda gli enormi interessi che verrebbero toccati fermando tutto. La Lega Volley Femminile ha contratti in essere con sponsor e fornitori così come con la Rai. Non si gioca da un mese e non ripartire richiederebbe una rescissione dei contratti con probabili penali da pagare e mancati introiti.

Le società hanno gli stessi problemi se non maggiori. Fermarsi è possibile ma il problema sarà far ripartire la macchina e l’impressione che in serie A l’anno prossimo ci sarà non tanto chi lo ha meritato, sostanzialmente tutti perché si va verso una cristallizzazione della stagione senza vincitori né vinti né retrocessi o promossi (nel caso della A2), ma chi potrà permetterselo e avrà sponsor al proprio fianco.

Le società poi dovrebbero ridiscutere i contratti in essere con le atlete che hanno ingaggi per l’intera stagione ma che, dopo aver pagato la mensilità di febbraio, difficilmente saranno disposte a proseguire considerando che l’attività è ferma. A completare il quadro anche il fatto che le stesse atlete, straniere in primis, sono rientrate nei loro paesi e oggi anche volare per rientrare, ammesso che ci sia la volontà, è più facile a dirsi che a farsi. Se la Lega Volley volesse far giocare per assegnare almeno lo scudetto si falserebbe il campionato con squadre impossibilitate a schierare sestetti competitivi.

Accanto alle stelle che hanno ingaggi significativi, c’è la complessa situazione della maggior parte delle atlete, membri dello staff, addetti ai lavori, fisioterapisti, addetti stampa, preparatori atletici ecc. che hanno rimborsi e ingaggi assolutamente normali e sui quali contano per la propria sopravvivenza. Chi penserà a queste persone che contribuiscono in maniera determinante allo spettacolo ma che non hanno tutele e rischiano 6 mesi di incazzi zero?