JESI – Hanno ricominciato a divertirsi con la palla ovale – dopo l’inatteso e brusco stop della scorsa primavera- non appena hanno potuto. Perché per loro quella del rugby è stata una rivelazione. Sono le giovanissime leonesse dell’Under 16 femminile del Rugby Jesi ’70. «Quattordici ragazze, che provengono da Jesi, Monsano, San Marcello, Belvedere e dintorni – racconta il loro allenatore, Andrea Angelucci– con loro abbiamo iniziato lo scorso anno, poi purtroppo siamo stati fermati dal Covid. Ma quando poi a fine maggio ho potuto dire loro “ripartiamo”, per fortuna hanno risposto in massa. Segno che qualcosa di bello e di buono glielo abbiamo trasmesso». I loro nomi sono: Amelie Aquilanti, Alice Angelucci, Elisa Bastari, Maddalena Marasco, Sonia Federici, Camilla Carletti, Asia Milandri, Aisha Piccioni, Lisa Lanari, Sofia Pulita, Serpeet Singh, Emma Tommassoni, Viola Lucaioli e Nicole Cordova.
Una storia nata a scuola, quella della Under 16 leoncella. «Le ragazze- spiega Angelucci- si sono avvicinate al rugby attraverso i giochi studenteschi e la professoressa Paola Tombolesi del comprensivo “Rossini” di San Marcello- Monsano. Abbiamo iniziato allenandoci a San Marcello, poi ci siamo trasferiti sul nostro campo. Dopo i campionati scolastici, avremmo voluto poter fare qualche partita con le altre squadre femminili della regione ma è arrivato lo stop all’attività. Ora abbiamo ricominciato: ci alleniamo al momento il mercoledì e il venerdì, dalle 18 alle 19».
La Under 16 fa parte di un settore femminile che, in casa Rugby Jesi ’70, vede la presenza di una Seniores che partecipa alla Coppa Italia oltre che la partecipazione di alcune bimbe al progetto di motricità con la palla ovale Rugbytots, dedicato ai piccolissimi. «Lo spirito delle ragazze è top- le descrive Angelucci- si sono innamorate di questo sport e hanno voluto con forza continuare, così come a noi sta a cuore portare avanti il progetto della squadra femminile. Una sola di loro aveva già un cugino che gioca a rugby, le altre non lo conoscevano e per tutte è stata una scoperta, così come anche per noi. Sono divertenti da allenare e insieme ci divertiamo e impariamo. Sono tanto unite e affiatate, spero presto di poterle portare a giocare qualche partita. Sarebbe bello».
All’origine di tutto, c’è l’impegno della professoressa Paola Tombolesi. «Il rugby- dice la prof- l’ho scoperto anni fa, quando insegnavo a Serra San Quirico e il progetto di collaborazione mi fu allora proposto dalla società di Fabriano. Da cinque anni sono al “Rossini” di San Marcello – Monsano e, grazie anche alla presenza del professor Romano Zenobi, ho riavviato l’esperienza con la Rugby Jesi ’70. Quello che ho scoperto è uno sport di squadra bellissimo, di grande efficacia educativa e certamente uno dei più formativi. Ne sono divenuta un’appassionata. Posso dire che il rugby ha anche cambiato la vita ad alcuni ragazzi, che hanno trovato la possibilità di esprimervi la propria fisicità e il proprio bisogno di muoversi. E lo stesso per tante ragazzine, che col rugby e sul campo hanno potuto superare le proprie timidezze, trovando quel contatto fisico e quella possibilità di sfogo che mancava loro. Uscendo dal campo, magari tutte sporche e infangate dopo un allenamento, ho visto spuntare sorrisi che non c’erano mai stati prima. Per questo continuo a proporre questo progetto con soddisfazione». E con risultati, anche. «Lo scorso anno la squadra ha vinto il titolo provinciale studentesco e ha sfiorato la qualificazione alla fase nazionale. E dopo lo stop, tutte le ragazze non vedevano l’ora di riprendere prima possibile. Il Rugby Jesi ’70 le ha coccolate, loro si sono trovate bene e l’hanno apprezzato. Questo sport ha la grande capacità di trasmettere tanti di quei valori che rischiano di andare perduti: il piacere di stare insieme, l’amicizia, la generosità, il portare supporto».
Il professor Romano Zenobi è volto storico della società e anima del suo lungo rapporto con le istituzioni scolastiche. «La professoressa Tombolesi ha sempre creduto nel rugby come sport aggregante e fortemente formativo nel condurre a fare squadra e fare gruppo. Ha fatto iniziare alle ragazze questa esperienza e la squadra, lo scorso anno, ha vinto i campionati studenteschi provinciali ed è arrivata seconda nella fase regionale, mancando di un soffio il passaggio alla nazionale. In seguito non hanno potuto proseguire per lo stop imposto dal Covid ma ora hanno ripreso e continuano ad allenarsi con entusiasmo, in attesa di sapere quando e come si ripartirà a tutti gli effetti».