JESI – «Esperienza positiva ma sfortunata. Reagire all’infortunio è stato mentalmente duro ma mi ha rafforzato. In tanti mi sono stati vicini. E ora mi preparo a riprendere». Filippo Barbacci, talento fabrianese classe 2004, cresciuto rugbisticamente prima a Fabriano e poi a Jesi, traccia coì il bilancio della sua prima stagione al centro di formazione permanente della Federazione Italiana Rugby di Prato. Una annata che ha fatto sicuramente maturare, sia in campo sia fuori, questo ragazzo individuato fra i più interessanti prospetti nazionali per il progetto giovanile di élite della FIR, impegnato fino al prossimo giugno.
«Le cose stavano procedendo bene. Fino a che sono potuto andare in campo – racconta Filippo – mi sono reso conto di aver appreso e di quanto sono migliorato tecnicamente. Poi, il 12 febbraio scorso, l’infortunio. A Parma, partita contro l’accademia federale di Treviso che mi avrebbe dovuto vedere titolare: frattura scomposta del perone sinistro. Mi sono operato il 17 e poi ho affrontato tutto il percorso di riabilitazione».
Un cammino concluso nella tarda primavera. «Ho fatto in tempo a fare ancora un paio di allenamenti con la squadra- dice Barbacci – ora è previsto che mi operi nuovamente, stavolta per togliere la placca che mi è stata impiantata, per poi ricominciare da settembre».
Un passaggio non semplice da affrontare per un ragazzo giovanissimo che vede sospeso, temporaneamente, un sogno. Ma anche umanamente utile. «Mentalmente, specie nei primi tempi, è stata davvero dura. Certo, sarebbe stato meglio non fosse capitato. Ma poi l’infortunio mi ha rafforzato. Tutti i compagni di squadra e lo staff del centro di formazione mi sono stati vicini, mi hanno dato forza, mi hanno fatto sentire seguito. Specie medico e fisioterapista del centro. E ora che ho ripreso, le sensazioni sono positive».
E adesso lo sguardo è avanti. «In questa estate continuerò ad allenarmi a Jesi, per poi rientrare dal 6 settembre a Prato e riprendere».