JESI – Una domenica speciale, vissuta con addosso maglie e spirito del progetto RugbyAmo per affrontare, a testa alta, un grande avversario. È quella scorsa (6 marzo) per il Rugby Jesi ’70: al “Latini” arrivava il Livorno Rugby, quarta forza della classifica con la quale confrontarsi con una formazione quanto mai verde. Jesi, scesa in campo con le nuove divise rosse dedicate al progetto di inclusione RugbyAmo, ha onorato l’impegno. Risultato finale, 0-38 per il quindici labronico. I Leoni mettono da parte un altro tassello d’esperienza sul loro cammino di crescita e guardano alla prossima tappa che li vedrà, dopo tre appuntamenti consecutivi in casa (con la prima vittoria sul campo ottenuta contro Imola), tornare in trasferta: domenica 13 marzo visita al Cus Siena, in classifica la più vicina fra le formazioni che precedono quella di coach Greco.
«Certo il risultato finale parla da solo. Ma davanti avevamo un avversario attualmente d’altro livello rispetto a noi e più organizzato. Eppure, abbiamo di che essere soddisfatti, se guardiamo ad una gara affrontata da parte nostra con ben 14 ragazzi nati dal 2000 in avanti» dice Mariano Fagioli, vice coach della Seniores, allenatore della Under 19 e tecnico del progetto RugbyAmo per il Rugby Jesi ’70.
Spiega Fagioli: «Avevamo in campo quattro ragazzi e una mediana tutta di nati nel 2004, altri tre elementi nati nel 2003 e per il resto diversi nati fra il 2000 e il 2002. Tre o quattro di loro da un paio d’anni sono già nel giro della prima squadra. Ma teniamo presente che, per tanti, le attuali partite sono le prime dopo il lungo stop per la pandemia. I 2004, per dire, le ultime gare ufficiali le avevano giocate due anni fa in Under 16. Non è semplice. Ma abbiamo fiducia nel percorso che stanno facendo e nel futuro che hanno davanti: impegno e basi sono più che buoni, certo occorrono rodaggio e di trovare la migliore sintonia con i giocatori più grandi della Senior, specie nelle situazioni di gioco statiche». Ricorda Fagioli: «Con questi giovani stiamo in primo luogo facendo, grazie alla preparatrice atletica Agnese Camillini, un importante lavoro fisico, dato quanto richiede uno sport come il nostro. Migliorerà anche il resto. Contro Livorno, hanno avuto una buona prestanza in difesa in una gara in cui, dato ciò che c’è da migliorare ad esempio in touche, il possesso della palla è stato quasi costantemente avversario».
Un sapore speciale l’hanno avuto, per i ragazzi e per il pubblico, le nuove maglie dedicate al progetto che, da un paio d’anni, ha visto un primo gruppo di giovani con disabilità avere la possibilità di cominciare a fare attività e di avvicinarsi al gioco al campo di via Mazzangrugno. Qui i partecipanti hanno potuto svolgere esercizi di psico-motricità, prendere confidenza con l’ovale e con la nuova realtà, integrarsi nella famiglia del rugby jesino e diventare via via una “squadra”, seguiti sul campo da tecnici e educatori formati come Fagioli. «I ragazzi sono stati felici di indossare le maglie di RugbyAmo. Conoscono bene i partecipanti al progetto, si incontrano al campo e periodicamente capita anche che condividano con loro, come pure con la Old, la seduta di allenamento. Una condivisione che poi passa dal campo al dopo partita, con una sorta di terzo tempo al pub del campo. Una inclusione vera a partire dallo sport, secondo quello che è lo spirito di RugbyAmo».