Ennesimo colpo di scena in una telenovela che sembra davvero non finire più. Quando tutto sembrava volgere a favore del nuovo patron Manolo Bucci, scelto come da procedura dal sindaco Pasqualino Piunti tra coloro che avevano manifestato interesse all’acquisto della società, è arrivata come un macigno la bocciatura della richiesta di iscrizione in Serie D, già categoria di ripiego dopo la bocciatura della C. La Federazione infatti, non ha accettato la richiesta di iscrizione della “SSD Sambenedettese 1923” per motivi economici e di opportunità. Dal punto di vista economico, la FIGC ha ravvisato la mancanza di garanzie di copertura per 1 milione o 1 milione e 100 mila euro necessari per la Serie D. Altro fattore determinante e probabilmente decisivo ai fini dell’esclusione deliberata, riguarda la posizione di Bucci in seno alla “SSD Sambendettese 1923”. Bucci, infatti, non è titolare del club ma lo è sua moglie, la Dott.ssa Antonella Pennacchi.
Secca la risposta della società al diniego della FIGC. Questo il Comunicato: «La “Sambenedettese 1923 SSD a r.l.” apprende con stupore che la FIGC, nella persona del suo Presidente e d’Intesa con il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, ha rigettato la sua istanza di partecipare al prossimo campionato di Serie D in rappresentanza della città di San Benedetto del Tronto. La decisione contraddice l’opposto risultato della procedura concorsuale pubblica indetta e gestita dal Comune di San Benedetto del Tronto, che aveva ritenuto congrua e affidabile l’iniziativa proposta. Relativamente ai rilievi riguardanti l’aspetto puramente economico finanziario si precisa quanto segue: la Società e per essa il suo Amministratore nonché Socio Unico hanno ampiamente dimostrato la propria consistenza finanziaria e patrimoniale. Il tutto ampiamente comprovato dalle varie corresponsioni effettuate a mezzo assegni circolari e versamenti sul conto corrente bancario dell’intestata società nonché da valida e legittima documentazione prodotta, attestante la capacità ovvero la consistenza e la solidità finanziaria e patrimoniale del Socio Unico. Non si comprende inoltre come, in contrasto con pacifici insegnamenti giurisprudenziali, il provvedimento federale abbia preteso di far assurgere al rango di prova incontrollate notizie di stampa e sulla scorta di queste si sia azzardato ad affermare (in contrasto con la realtà) che il consorte del socio di riferimento della scrivente sarebbe il reale proprietario della “Sambenedettese 1923 SSD a r.l.” e per di più che questi avrebbe interessi (che non siano quelli del mero tifoso della squadra della propria città di nascita e di residenza) in altra società dilettantistica, in particolare nella squadra della cittadina di Valmontone».
La società, continua il comunicato, «è e resta nella piena e incondizionata disponibilità della sua proprietaria, Dott.ssa Antonella Pennacchi ed il suo consorte (Dott. Manolo Bucci) si è limitato a difendere gli interessi degli appartenenti al proprio nucleo familiare; il che non solo non appare contrastare con alcuna norma (statale o federale) ma costituisce espressione di un diritto costituzionalmente garantito. Va da sé che la “Sambenedettese 1923 SSD a r.l.” ed i soggetti nominati nel provvedimento federale tuteleranno i loro interessi e la loro reputazione in ogni competente sede».
A questo punto le attenzioni si riversano nuovamente sull’ex presidente Renzi, che al termine del torneo appena concluso aveva rilevato le quote della società rossoblù, iniziando anche a programmare la stagione con DS, mister, Staff Tecnico e giocatori. Il ricorso di Renzi però è appeso letteralmente a un filo, dopo le bocciature registrate in tutti i gradi di giudizio. L’esito definitivo dovrebbe arrivare solo nella giornata di lunedì 6 settembre. Solo allora città, ambiente e tifoseria potranno conoscere cosa ne sarà del calcio a San Benedetto del Tronto, che questa volta, speriamo di no, rischia di scomparire davvero.