Sport

Si alleni chi può. Se le scuole chiudono le palestre addio, a settembre, allo sport dilettantistico

Urge un tavolo di coordinamento tra Ministeri competenti, Coni e Federazioni per consentire l'uso delle strutture anche per le attività extracurriculari. Intanto la pallavolo si muove per far sentire la propria voce

Li avevano chiamati pessimisti o anche peggio, ma coloro che avevano profetizzato che i dirigenti scolastici non avrebbero consentito l’accesso alle palestre scolastiche ora hanno un motivo di rivalsa.

Nel corso del nuovo anno scolastico, infatti, finite le attività curriculari della mattina, le palestre, solitamente affidate in gestione dalla Provincia o dai Comuni alle società sportive, rischiano di non poter essere utilizzate nelle ore pomeridiane e serali.

Uno studio ha stabilito che se davvero accadesse questo ci sarebbe lo stop per l’85% dello sport dilettantistico italiano e a soffrirne sarebbero le discipline che non è possibile svolgere all’aperto, come pallavolo, basket, pallamano, tennistavolo, ginnastica arti marziali.

La pallavolo si muove per far sentire la propria voce vedendo a rischio tutta l’attività: «Stiamo preparando un documento firmato dagli 88 presidenti territoriali, dai 21 regionali e dall’intero Consiglio federale per smuovere la situazione. Il problema è serio e non di facile situazione» afferma il Commissario straordinario della Fipav Campania Guido Pasciari che è anche Consigliere Federale.

Ministero della salute, Ministero dell’istruzione, Ministero dello sport, Coni, Federazioni, Sport e Salute dovranno sedersi necessariamente attorno a un tavolo e provare a dirimere una questione che rischia di deflagare. Il Ministero dell’Istruzione ha al momento altri problemi più impellenti, come organizzare la didattica in aule piccole e spesso sovraffollate senza alcuna possibilità di garantire il distanziamento se non attuando fantasiose ipotesi di doppi turni o di tenere metà classe in videoconferenza.

Lo sport freme e chiede chiarezza anche perché le società stanno organizzando le attività, proponendo progetti alle famiglie, ingaggiando allenatori e acquistando materiale.

Il paradosso potrebbe essere che, in orario curriculare, si svolga attività sportiva che non è materia curriculare in Italia solo nella scuola primaria, ma in orario extracurriculare tutto sia negato.

Insomma lo sport fa il tifo perchè il tanto temuto ritorno del contagio non autunno non ci sia e che, dopo altri 2 mesi di situazione sanitaria sotto controllo, sia consentito anche fare sport nelle palestre scolastiche.