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Il sitting volley italiano parla marchigiano. Lele Fracascia è il coach della Nazionale maschile

Il mondo paralimpico fa il tifo per Alex Zanardi che lotta per la vita in un letto di ospedale e che è il simbolo della voglia di non arrendersi e di credere in una nuova opportunità come fanno molti dei praticanti del sitting volley

Coach Lele Fracascia guida gli azzurrii dalla panchina

La pallavolo è uno sport nel quale oltre alla tecnica conta anche l’esuberanza atletica, la capacità di salto e l’esplosività. Il sitting volley, disciplina nata per chi ha perso in parte o completamente l’uso delle gambe, sembrerebbe la sua antitesi giocandosi da seduti, ma non è così.

Ne è convinto Emanuele “Lele” Fracascia, anconetano, classe ’66, giocatore di volley che ha alzato al cielo anche una Coppa Cev nel 1986 con la sua Kutiba Falconara, e allenatore in Italia ed anche in Slovenia, atleta vincente anche nel beach volley quando in Italia questa disciplina era agli albori divenendo Campione d’Italia nel ’95 e vincendo oltre 30 tornei nazionali ed internazionali. Da qualche anno Fracascia è Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Maschile di Sitting Volley, altra disciplina emergente, a cui si dedica dal 2015, mentre il CT della nazionale femminile è un marchigiano acquisito come Amauri Ribeiro.

Questa disciplina si è aperta anche ai normodati perché, aldilà dell’aspetto tecnico, «il messaggio di inclusione, di accettazione dei propri limiti e della voglia di mettersi in gioco ritengo valgano molto e vadano rimarcati e sostenuti soprattutto in questo momento» – dice Fracascia che nella sua nazionale può contare su due marchigiani molto competitivi come Ripani e Crocetti che rappresentano il movimento locale attivo soprattutto nel fermano e che saranno tra i 12 che andranno in Croazia, a Porec, per partecipare agli Europei B fissati dal 28 al 31 ottobre. Il torneo assegna tre pass per gli Europei del prossimo maggio in Turchia e portare l’Italia a quell’appuntamento è l’obiettivo fissato del coach anconetano.

Nei giorni in cui i medici stanno provando a ridurre la sedazione di Alex Zanardi, il campione paraolimpico vittima di un terribile incidente con la sua handbike, il pensiero di Fracascia va proprio all’atleta emiliano.

«Tutto il mondo paralimpico e non solo si è stretto intorno alla sua icona Alex Zanardi che sta lottando per la vita dopo un incidente con la sua handbike» – ha aggiunto Fracascia. «Per noi il riferimento, l’icona, è senza dubbio lui – conclude – sia perché ha dato a tutte le discipline paralimpiche una visibilità altrimenti irraggiungibile, sia perché è l’esempio che si può ripartire anche menomati». «Lui lo ha fatto una volta e speriamo ci stupisca ancora: facciamo tutti il tifo per lui perché possa riprendersi e ripartire come ha dimostrato di saper fare».