ANCONA- Il diciassettesimo posto della provincia di Ancona all’interno della classifica “Sportività 2020”, redatta come di consueto dal Sole 24 Ore, ha testimoniato l’importanza data nel capoluogo e comuni circostanti alla pratica sportiva. Tanti gli indicatori, diversi i parametri ma unico denominatore comune: la crescita (nel 2019 Ancona aveva fatto registrare una ventottesima posizione). A testimoniarlo ulteriormente è stato il presidente del Cus Ancona, una tra le principali polisportive anconetane con moltissime sezioni sportive, David Francescangeli:
«Da sportivo in generale, fa estremamente piacere un riconoscimento autorevole di questo tipo in quanto, se pur parametrico, ha preso in esame trentasei indicatori correlati all’attività sportiva quindi ne fotografa un quadro di lettura molto interessante. Nello specifico del mio ruolo c’è grande soddisfazione nell’osservare il 7° posto alla voce “Sport e bambini” perchè è quello l’orientamento politico-sportivo del CUS Ancona degli ultimi anni e di quelli a seguire».
Su Ancona la fotografia data dal numero uno biancoverde è da osservare con attenzione: «Ancona è cresciuta particolarmente nella qualità dell’impiantistica sportiva. I benefici sono innanzitutto la possibilità di fornire un servizio migliore e parallelamente un aumento del numero di utenti che si avvicinano alla pratica sportiva. Ciò su cui dobbiamo tutti migliorare, riferendomi alla classe dirigente che gestisce le Associazioni, me per primo ovviamente, è la programmazione dell’attività, la lungimiranza della collaborazione in progetti comuni e soprattutto il rispetto reciproco, che troppe volte viene meno per futili motivi, rancori e campanilismo fuori dai campi di gioco diciamola così».
La conclusione è una ricetta per il futuro, per migliorare e crescere ancora: «Già detto dei bambini, i campioni del futuro su cui investire risorse finalizzata al formare uomini e donne che con sani ed etici principi sportivi saranno persone migliori, non sono sorpreso dal 4° posto relativo allo Sport Femminile perchè si è visto un grande salto di qualità per cui la città deve essere grata a quei Dirigenti Sportivi che hanno puntato sui reali benefici sociali ed indiscriminanti dello sport. Del tasso di praticabilità sportiva non dovremo mai essere soddisfatti fino a che non raggiunge il 100%. Questo è dovere di tutti gli attori in gioco. Sport è benessere psico-fisico, ma soprattutto diminuzione della spesa pubblica sanitaria ovvero prendersi cura della salute e della qualità della vita dei cittadini. Pensando a qualche anno fa siamo sicuramente sulla strada giusta».